è quella che ti coglie improvvisa, una notte o un mattino presto. Ti accorgi di essere dentro. Nelle cose, negli spazi, nei movimenti. Eppure vedi da fuori quello che lasci andare, che vorresti ma non puoi fermare.
Il tempo muto ti trapassa nelle ore dei giorni. Ti interroghi su troppe inutili cose e lui ti risponde con silenzio. Come qui. Ma sono successe cose. Cose piccole da sussurrare, cose da guardare e da sentire col cuore. Cose da raccontare, con calma e incostanza. Come tratti interrotti, puntini di un unico grande disegno di cui si intuisce la forma solo alla fine, quando si uniranno e riconoscendoci diremo ah, ecco.
Sformato di pasta al cavolfiore
Pulire, dividere e lavare le cime del cavolfiore.Lessarle, scolarle molto bene e farle dorare in un tegame con una noce di burro. Salare e pepare. A parte preparare il composto con le uova ( un uovo alla volta), il montasio e il grana gratuggiati. versatevi la metà del latte, due o tre cucchiai di pangrattato, lasciare assorbire. Fate lessare in acqua salata anche la pasta tenendola abbastanza al dente Una volta cotta, scolare la pasta molto bene e unirla al composto. Se risulta troppo asciutto aggiungere un altro po’ di latte. Amalgamare bene e versate in uno stampo imburrato. Cuocere a bagnomaria in forno preriscaldato a 180 gradi per un'ora. Ritirare, fare riposare alcuni minuti, poi sformare sul piatto da portata.
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