lunedì 1 luglio 2013

L come Luglio, come Lavanda e come Lasciare andare.




I giorni di stacco mi hanno decisamente fatta entrare in modalità estate, regalandomi un colore caldo sulla pelle e una calma interiore che mi fa cercare attività quiete e nostalgiche. Così lo faccio, apro la scatola del cucito che significa guazzabuglio di bottoni scompagnati, un arcobaleno impossibile di fili aggrovigliati, piccoli scampoli preziosi raccattati negli anni, ricordi più che altro da cui non voglio separarmi. E un puntaspilli a forma di morbido cuore rosso.

Con mani incerte, tanto è che non lo faccio, comincio ad accompagnare il filo lilla che cuce la stoffa ricavata da un mio vecchio vestito. Corre quel filo, lungo la memoria dei giorni in cui lo indossavo, un abito fatto di niente, di lino color lavanda e due spalline sottili. Ma il tempo passa per tutto, e tutto è destinato a cambiare. Il vestito sarà stoffa per altro. Forse sacchettini per il raccolto di erbe profumate della mia estate speciale. 

Penso a come sono diversa, a come quel vestito non sarebbe più per me. A come è inutile opporsi ai cambiamenti, alle ostinazioni umane a voler che tutto resti sempre uguale, miseramente destinate a fallire nello scorrere incessante dell'ordine delle cose.  

Penso a questa grande lezione che ancora cerco di imparare dalla vita, visto che dal vestito non sono riuscita a separarmi ma l'ho voluto ancora con me, sotto forma di altro.


Tirotta: schiacciata alla cipolla Mantova style (Tirot)

Voi sapete quanto amo ripescare le ricette povere e sperdute della mia terra, lembo di confine tra cucina veneta e lombarda che nasconde veri e propri tesori gastronomici, di cui ricordo sapori e nomi con un'acuta punta di nostalgia. Così il Tirot, trasmutato nel ferrarese Tirotta, ha fatto parte della mia infanzia insieme a molte altre prelibatezze relegate alla cucina del passato. Il nome deriva dalla sua lavorazione che prevede la tiratura dell'impasto per stenderlo nella teglia di cottura. Originariamente questa focaccia è fatta con una cipolla dorata, detta Signora degli anelli,  tipica ma quasi scomparsa di una piccola zona tra Sermide e Felonica, due paesucci arroccati alle rive del Po, e con l'uso di strutto, che dona una particolare fragranza all'impasto, come del resto succede con la piada. Ma complice il caldo  e l'impossibilità di trovare l'estinta signora, dovrete accontentarvi della versione globalizzata a base di  un buon olio extravergine e una cipolla dorata comune.


Cosa serve:
1 kg di farina bianca tipo 0
1 kg di cipolle dorate
Olio d'oliva extravergine 
latte intero
sale grosso
lievito di birra  50 gr

Tritare finemente le cipolle sbucciate, lavate e ben asciutte.  Tamponare ancora, una volta tritate ed impastare con la farina, il lievito sciolto in un bicchiere di latte, e un poco di olio d'oliva. Impastare fino a che il composto  non risulta piuttosto colloso ma comunque stendibile, eventualmente aggiungere altro latte. Per una migliore riuscita della lievitazione impastare almeno dieci minuti. Stendere quindi nella leccarda da forno ben unta di olio l'impasto, tirandolo in modo che risulti piuttosto sottile (eventualmente fare due infornate). Lasciare lievitare per almeno tre quarti d'ora e poi infornare a 180 gradi per una ventina di minuti o anche mezz'ora se si preferisce un risultato più croccante. Cospargere con sale grosso ancora calda e servire.

18 commenti:

sandra ha detto...

passare da te è come passare in un mondo incantato. io una volta avevo un vestitini colore del cielo.... ma ero ancora giovane e ingenua.
grazie
Sandra

Unknown ha detto...

Ciao Margot manco da un bel po' ma anche io mi sono messa in modalita' estate... rallento... ma sai che faccio fatica anche io a separarmi dalle cose.. e ad abituarmi ai cambiamenti... ma siamo sempre in movimento ed e' inevitabile cambiare...
adoro le ricette povere e anche che portano con se una storia:)
ti abbraccio

niky_la_bi ha detto...

Mamma mia quando mio papà va a fare pane nel forno a legna in campagna da suo cugino, mi faccio sempre portare una sublime tirotta. È un bontà a cui non riesco a resistere.
Ciao cara, un bacio a te e a Princess P
Nicole

Francesca P. ha detto...

Questo colore per me è speciale... rappresenta la serenità, la Bellezza, il profumo... si può annusare, indossare, cercare... accompagna i cambiamenti, le fasi di vita, non tramonta mai, ci sostiene, ci incoraggia... come i sapori della terra, che sanno di origini e di cose veramente importanti, le uniche forse che la frenesia del tempo non cancella...
Mi piace come scrivi, sai cucire parole e riflessioni, tutto si miscela...

Antonietta Golino ha detto...

Anche io anni fa indossavo un vestitino di lino con le spalline strette e, come quello di Sandra, color cielo. E proprio uno di questi giorni mi venne una sottile voglia di indossarlo, ma poi pensavo che non sarebbe più per me; e non per il fisico che ormai non c'è più, ma piuttosto perché io non sono più la stessa.Ma tante cose restano, come i ricordi e il profumo di una focaccia che quando eravamo bambine ci sporcavamo tutte di unto.
Grazie Margot per queste belle cose che ogni volta condividi con noi.

chiara ha detto...

leggerti è ogni volta per me andare lontano, nei luoghi dell'anima...grazie Margot!

Stefania ha detto...

la schiacciata. la proverò a fare... bel post!

Sandra ha detto...

La tua ricetta e il filo lavanda hanno mosso la mia voglia di "modalità estate"..ma a me non tocca, non per ora, forse verso settembre, però nel frattempo posso sognare.
Un abbraccio, con affetto.

Loredana ha detto...

Cara Margot, da quanto non curiosavo nel tuo angolo di mondo e me ne dispiace, ho seguito la tua inconfondibile icona perchè mi è venuta la nostalgia, delle tue belle immagini, delle tue parole e anche delle tue ricette che pescano nei ricordi e trasmettono un passato che non vuol morire .

Grazie per questa ricetta che farà la felicità di un piccolo mangiatore di cipolle :)

stefania ha detto...

Il mio viaggio nel Salento continua, se vuoi venire a leggere ;) Ti aspetto.

speedy70 ha detto...

Quanto mi pice Margot, mi sembra di sentirne il profumino....

Unknown ha detto...

beh, il color lavanda non è neppure di moda quest'anno..... :)
Per quanto riguarda la tua ricetta te lo dico in padovano: par mi ea xè bonissima!!!!! Adoro le cipolle!

Anonimo ha detto...

Il colore della lavanda mi trasmette un senso di serenità e di benessere. E i vestiti che non si mettono più... Questo è un tasto dolente, almeno per me, inizio a sentire molta nostalgia di cose passate, sensazioni fuggite, colori lontani. Un abbraccio

bucciadilimone ha detto...

quanti bei post mi sono persa causa mancanza di tempo...che piacere passare da qui...
Un grande bacio!

Aria ha detto...

il lilla è uno dei miei colori preferiti e quel vestitino di lino color lilla...io l'ho portato fino in sala parto...l'ho consegnato a mio marito perchè venisse lavato e quando gli ho chiesto di portarmi qualcosa di carino per quando sarei uscita 3 giorni dopo dall'ospedale, beh...lui ha pensatoi di riportarmi quello ;) come sono cambiata anche io da allora...nonostante anche io mi opponega ai cambiamenti, con ostianzione infantile...che perdita di tempo....e spesso anche io tengo tutto dentro ad una scatola e poi, arriva un giorno che mi separo sa tutto. Lascio andare....sul tirot, che posso dire??? 10 e lode, no????

Cuoca Pasticciona ha detto...

Tanto piacere di conoscerti. Da oggi ti seguo anche io ^_^
http://ledeliziedelmulino.blogspot.it/

Francesca P. ha detto...

E' passato un mese da questo post... ma tutto è ancora così vivo e valido per agosto...
A presto... mancavano i tuoi commenti... ;-)

Le Temps des Cerises ha detto...

Ciao cara Margot, scusa la mia prolungata assenza, è un periodo così complicato e pieno di cose da fare per me che vengo sempre a trovarti di corsa e non ho mai il tempo per lasciarti due parole. Oggi, però, iniziano le mie ferie estive, almeno il lavoro lo metto da parte per un po',e così ho pensato di venire subito a farti un salutino. Grazie come sempre per le tue parole che scaldano l'anima e per le tue ricette.
Camy